Il magazziniere? Non fatelo arrabbiare o “finché avrò fiato litigherò con tutti”
Colleghi ginnasti mancati, titolari che diventano “parrucchieri”, trasportatori strambi: il mondo del magazzino pullula di persone e di storie pronte per essere raccontate. E quale posto migliore se non nella community Il magazziniere odia tutti?
Cosa succede quando un magazziniere ne ha le scatole piene (in tutti i sensi) e decide di rendere partecipe il “popolo del web” di questi sfoghi? Che si sente meno solo e crea una piazza virtuale – Il magazziniere odia tutti, su Facebook e Instagram – in cui in tanti condividono le proprie avventure quotidiane in magazzino. In un punzecchiamento costante tra “quelli degli uffici”, “quelli che caricano male” e il magazziniere che “corre dietro tutto”. Con un solo e perpetuo motto a guidarlo: “Finché avrò fiato, litigherò con tutti”.
Da cosa nasce l’idea del Magazziniere odia tutti?
Da un momento di frustrazione come tanti altri vissuti; solo che ad agosto 2019 avevo veramente raggiunto l’apice e le strade da prendere erano solamente due: mollare tutto o ribellarsi attraverso una valvola di sfogo come i social media. Visto che siamo qui a parlare, sapete già come è andata a finire: ho sfogato tutta la mia rabbia tramite l’omonimo gruppo Facebook che avevo creato e, nello stupore, ho capito che tanti erano nella mia condizione. Da quel momento il mio motto è diventato: finché avrò fiato, litigherò con tutti. Ed eccomi qui, a farmi portavoce di quelle tantissime voci che ogni giorno litigano con tutti e condividere le nostre avventure, disavventure, i nostri magazzini. Il magazziniere odia tutti è una piccola, ma grande, comunità dove sbollire le nostre frustrazioni ma anche far riflettere, con un sorriso, sul nostro mondo.
Chi è il magazziniere tipo e perché odia veramente tutti?
Il magazziniere tipo è chiunque abbia per le mani uno strumento di lavoro per la movimentazione delle merci e odia tutti perché è l’unica figura dell’azienda che subisce le sue condizioni lavorative da fattori esterni che non gli competono. Corre a caricare quando la produzione è in ritardo, corre a scaricare per non fermare la produzione: insomma, corre a sistemare i casini degli altri! Ecco, bastano come motivi per odiare tutti? Direi proprio di sì.
Quali le avventure – o, a seconda della prospettiva, disavventure – che ti hanno fatto ridere di più?
In un magazzino se ne vedono veramente di ogni, tutti i giorni: la parte più interessante del mio lavoro è che appunto non mi annoio mai, un po’ perché non ne ho il tempo, un po’ perché “succede di tutto e di più” non è una frase fatta, ma una sacrosanta verità. In questi anni di lavoro e di community ho visto e letto numerose avventure, che poi sono diventate disavventure nel momento del rimbrotto da parte del titolare… ma ci sta! Ad esempio: chi in azienda non ha almeno un collega che crede di essere una figura mitologica, un ibrido tra Yuri Chechi e Chuck Norris? Quello che si allena attaccato alle forche, facendo la bandiera ed evoluzioni varie, pompando i bicipiti, per poi essere beccato in pieno dal capo che sta facendo visitare l’azienda ai clienti? Quel collega – anche se pelato – a cui poi il capo fa non lo solo “lo shampoo”, ma anche una accurata “messa in piega”… O degli equivoci linguistici con i trasportatori esteri ne vogliamo parlare? Vi do un consiglio: occhio a come usate la parola “curva”, non tutti potrebbero prenderla bene!
Oltre che attraverso i “meeting aziendali alla macchinetta del caffè”, dove è possibile conoscere i racconti dei magazzinieri odiatori?
Prima della creazione del gruppo Facebook non so se ci fosse un posto dedicato a questo. Quello che è nato come mia personale valvola di sfogo ora è una vivace community che raccoglie oltre 8500 iscritti, una piazza virtuale in cui è possibile trovare racconti di vita quotidiana che arrivano dai magazzini di tutta Italia. Ognuno ha a disposizione uno spazio attraverso cui condividere la sua storia, quelle stesse storie che rappresentano la fucina da cui attingo per creare i meme che poi vado a postare sulla omonima pagina Instagram. Quindi, se ancora non lo fate, potete leggere gli sfoghi dei magazzinieri odiatori non solo su Facebook, ma anche su Instagram.
Tornando seri, affrontiamo il tema chiave della sicurezza sul lavoro: vuoi lanciare un messaggio ai tuoi colleghi ancora troppo riottosi?
La vita è una e di magazzini in cui andare a lavorare ce ne sono tanti, è importante farlo in sicurezza. I corsi sulla sicurezza non sono noiosi, forse lo possono essere alcuni docenti mentre spiegano, perché può capitare si abbandonino a paroloni e sigle, perdendo di vista quella concretezza che permette di
applicare immediatamente i concetti spiegati alla vita quotidiana in magazzino. Gli argomenti trattati sono però di vitale importanza e anche io, nel mio piccolo, cerco di affrontare quelli più tediosi – come quelli sulle malattie professionali strettamente legate al nostro comparto – buttandoli sul ridere. Attraverso una battuta spesso porti le persone a riflettere su una tematica seria, a vederla sotto una luce diversa. Ricordo di un meme sulla cervicale, con protagonista Andreotti: molti like e condivisioni mi hanno fatto capire che la direzione era giusta e l’argomento è stato centrato.